La persona è un essere psicomotorio a partire dalla nascita, se non prima, sino al suo ultimo respiro lasciando comunque delle tracce come segno di una continuità spazio-temporale dell’esistenza individuale e sociale. Un percorso, la cui armonia o disarmonia psicomotoria costituiscono un indicatore oggettivo di salute o di disagio psicosociale. Al di là dei fisiologici cambiamenti nel corso degli anni, anche in rapporto alla tipologia e qualità delle esperienze, il bisogno di iniziative senso-percettivo-motorie, di vissuti corporei e di simbolizzazione all’interno di una relazione intersoggettiva rimane immutato. Elementi questi che strutturalmente costituiscono un’unità, sostenuta sia dai dati scientifici sia dal lavoro clinico psicomotorio. E, al di là delle apparenze, tutte le età hanno dei momenti di fragilità psichica che trovano nel corpo la loro via privilegiata di espressione psicomotoria più o meno disordinata. E questo soprattutto nella società attuale e del prossimo futuro in cui l’uomo si trova tra la spinta evolutiva o involutiva da un lato e le pressioni o il disinteresse da parte dell’ambiente. Situazione in cui, oltre alle tradizionali patologie psicomotorie, oggi esistono e si intravedono nuovi disordini che richiedono adeguate competenze professionali in vista di una prevenzione ed una presa in carico coerenti. E la Psicomotricità, con i suoi strumenti di valutazione e di intervento fondati sul dialogo tonico-emozionale, diversificati per età, patologia e situazione socio-istituzionale, è sempre pronta a favorire e sostenere l’equilibrio della persona, dove il corpo costituisce quel dato sensibile a cui nessuno può sfuggire. Un contributo in tal senso viene, quindi, anche dallo psicomotricista che, per la sua specifica formazione, si rende disponibile a salvaguardare il meglio possibile l’equilibrio del singolo in funzione anche di quello familiare, sociale ed istituzionale.
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Sonia BaudacciArticoli - Riflessioni Seminari Archives
November 2023
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