Sonia Baudacci Studio di  Osteopatia e Psicomotricità
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IMPRINTIG PRENATALE E NEONATALE​

IMPRINTING PRENATALE E NEONATALE

​Alle radici dell'identità​

"E' per rinascere che siamo nati."
Pablo Neruda

Attraverso l’integrazione della psicomotricità e dell’osteopatia 
si propone un lavoro di accompagnamento nello scoprire e prendere consapevolezza del proprio “imprinting”: della procreazione, della gravidanza e della  nascita. Tutto ciò aiuterà a sciogliere, a liberare i propri nuovi potenziali, le proprie risorse in tutti gli ambiti della vita della persona.

Per gli adulti 
può essere proposto a livello esperienziale psicomotorio intensivo di gruppo, dove il gruppo si trasforma in un grande utero, oppure in sedute individuali osteopatiche integrate.
Con i bambini si accede attraverso un percorso di gruppo con coetanei mediante il quale si sperimenta attraverso giochi senso motori,  il proprio percorso filogenetico e ontogenetico successivamente, riattivando le proprie memorie prenatali, ritrovando le percezioni e le emozioni già vissute in grembo e al momento della nascita ed esprimendole graficamente riportando alla luce le proprie fantasie correlate al proprio vissuto intrauterino e della nascita. Un’altra modalità di lavoro con in bambini è in sedute individuali con i propri genitori.
La conduzione degli incontri sia di gruppo che individuali oltre a una formazione in Osteopatia e Psicomotricità sarà svolta da un operatore  in Imprinting Prenatale e Neonatale che ha conseguito una formazione triennale articolata sia in approfondimenti teorici che seminari esperienziali diretti.
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Nel viaggio intrauterino e le primissime esperienze della nostra vita sono avvenimenti ed esperienze importanti e formative della nostra vita. Esperienze che possono essere avvolte da un immensa gioia come da grande stress e tensione. Tutto ciò può incidere profondamente sul neonato e sul futuro individuo adulto, avranno una forte influenza sul nostro carattere, sulle modalità di comunicare, di entrare in contatto con gli altri e di costituire relazioni .
Se durante la gravidanza e la nascita interverranno fattori di stress, di tensione  e di preoccupazioni, e non vengono affrontati e risolti, tutta la nostra struttura, non solo corporea, ma anche la psichica crescerà in rapporto a queste influenze, che nei casi più gravi, si potranno manifestare con disagi o patologie vere proprie, non solo fisiche, ma anche psichiche e sociali.
Nel XX Sec. era diffusa la credenza che i neonati fossero incapaci di registrare o di ricordare le proprie sensazioni, intervenendo anche chirurgicamente su di loro senza uso degli anestetici. Ma noi tutti, oggi, osservando un neonato, sappiamo quanto invece essi siano sensibili.
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F. Leboyer, medico ostetrico francese, fa notare: “ ciecamente, follemente, pensiamo che il neonato non senta nulla. In realtà, sente…tutto! Ogni cosa totalmente, completamente, assolutamente e con una sensibilità che non possiamo neppure lontanamente immaginare!” Ma non solo, oggi la neuropsicologia prenatale, ci spiega le competenze del nascituro non solo motorie, ma anche competenze psico-cognitive, quali la memoria, l’attenzione, la comunicazione, l’apprendimento; tutte competenze già manifeste nel feto. Anche un gomitolo di cellule, morula, che si sviluppano poco dopo il concepimento, possiedono giàla capacità di consapevolezza; si è visto, infatti, che tali cellule si possono contrarre in relazione agli stimoli provenienti dall’ambiente circostante.
Embrione/feto è un essere sensibile, conosce e riconosce, a livello di sensazioni, la natura e la qualità della sua condizione.
Psicoterapeuti e ricercatori, fra i quali D.W.Winnicott sono stati pionieri dell’importanza fondamentale riguardo alle prime esperienze di vita e quanto queste condizioneranno poi tutta l’identità emotiva successiva.
​Ma solo negli ultimi quarant’anni ricercatori come W. Emmerson, R. Castellino, F. Sills iniziato ad ampliarne la visione e considerare la vita e il vissuto prenatale fondamentale. Ricercatori come D. Siegel, D. Stern, D. Chamberline, A.Piontelli hanno sottolineato l’importanza di tale lavoro.
La canzone dello Spirito
C’è una tribù in Africa Orientale in cui l’arte della relazione profonda è nutrita anche prima della nascita. In questa tribù la data di nascita di un figlio non è il giorno effettivo della sua nascita né il giorno del concepimento, come in altri villaggi. Per questa tribù la data di nascita è la prima volta che il figlio è un pensiero nella mente della mamma. Consapevole della sua intenzione di concepire un bambino con un particolare padre, la mamma va a sedere da sola sotto un albero. Lì si siede e ascolta fino a quando può sentire la canzone del bambino che spera di concepire. Una volta che l’ha sentita, torna al villaggio e la insegna al padre in modo che possano cantarla insieme mentre fanno l’amore invitando il bambino a unirsi a loro. Dopo che il bambino è stato concepito, la mamma canta la canzone per il bambino che è nel suo grembo. E poi la insegna alle donne anziane e alle ostetriche del villaggio perché, durante il travaglio e al momento miracoloso della nascita, il bambino sia accolto con la sua canzone. Dopo la nascita tutti gli abitanti del villaggio imparano la canzone del loro nuovo membro e la cantano al bambino quando lui cade o si fa male. La canzone è cantata nelle occasioni di trionfo, nei rituali e nelle iniziazioni. Diventa poi parte della cerimonia del suo matrimonio e, alla fine della vita, i suoi cari si riuniranno attorno al letto di morte e canteranno questa canzone per l’ultima volta. 
 J. Kornfield
Bantam, 1996

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